Nasce
in Pannonia, l'odierna Ungheria nel 316; figlio di un ufficiale romano fa parte
della Guardia Romana fino ai 15 anni. Martino, uomo di straordinaria umiltà e
carità, conobbe il cristianesimo frequentando di nascosto le assemblee dei
cristiani. Ottenuto dall'Imperatore l'esonero dal servizio militare si recò a
Poiters dove fu battezzato e ordinato sacerdote dal vescovo S. Ilario. Tra le
molte vicende della sua vita merita d'essere ricordato per suo operato come
vescovo di Tours e per l'erezione, da lui voluta, dei monasteri di Ligugè e
Mamontier. Morì a Candes 11/11/397 e fu poi sepolto nella cattedrale di Tours.
In Francia S. Martino è il primo patrono della nazione.
Leggenda
di San Martino:
Era l’11 novembre, un giorno freddo e di
pioggia. Il cavaliere Martino galoppava avvolto in un ampio mantello
quando lungo la strada incontrò un vecchio coperto di pochi stracci,
barcollante e infreddolito. Martino non aveva nulla da offrirgli, così prese il
suo mantello e con la spada lo tagliò a metà donandone una parte al poveretto.
Poco dopo quel gesto caritatevole, il clima si rasserenò, l’aria si fece mite e
dalle nuvole spuntò un sole radioso.
Ecco l'estate di San Martino, come
ancor oggi vengono chiamate le belle giornate di novembre, che si rinnova
ogni anno per festeggiare quell’atto di carità.
Iconograficamente
San Martino è tradizionalmente raffigurato sul cavallo mentre compie il gesto
del taglio del mantello.
Festa di San Martino a Venezia:
E’una Festa
popolare di antica memoria e - poiché nella tradizione cristiana questa data
rappresentava il penultimo giorno prima dell’inizio del periodo di penitenze e
digiuni che precedevano il Santo Natale, mentre per il mondo contadino era la
fine dell’anno agricolo - in questa occasione si mangiavano castagne e si
beveva il vino nuovo. Un tempo quindi i popolani più poveri giravano per le
calli e i campi di Venezia
porgendo il grembiule vuoto e cantando chiedevano qualcosa da mangiare, in
ricordo della generosità del Santo
Martino.
Ma
la festa di San Martino a Venezia è ancor oggi ricordata: ora sono i bambini (“putei”) che l'11
novembre girano a “BATTER SAN MARTINO” con mestoli e coperchi per i negozi a facendo
baccano con i loro “strumenti” chiedono
qualcosa in dono cantando, oltre al ritornello di San Martino campanaro, anche
filastrocche tradizionali. La più comune è:
S. Martin xe ‘ndà in sofita (San Martino è andato in soffitta)
a trovar ea so novissa (a trovare la fidanzata)
so novissa no ghe gera (la sua fidanzata non c’era)
S.Martin casca par tera (San Martino caduto per terra)
E col nostro sachetìn ( e col nostro sacchetto)
cari signori xe S.Martin (cari signori è San Martino)
FORA EL SOLDIN!!!”(fuori
il soldino!)
Cotognata di San Martino |
Con i soldi
guadagnati in questa maniera viene comperato il tradizionale dolce di San Martino, che esiste
in due versioni: quello tradizionale è una formella di cotognata, raffigurante
l’effige di San Martino decorata con zuccherini argentati (ma sta scomparendo e
si trova solo in alcuni locali storici di Venezia), mentre quello più comune è un
dolce di pasta frolla a forma del santo a cavallo con
spada e mantello, guarnito con glassa di zucchero colorata, praline, caramelle e cioccolatini
– nelle vetrine dei pasticceri e Fornai di Venezia e dintorni compaiono dai primi di novembre.
La nostra tradizione è quella di farne una versione casalinga.
San Martino versione 2012 |
La base è una semplice pasta frolla:
300gr farina
150 gr zucchero
150 gr burro
2 tuorli
1 presa di sale
scorzetta di limone gratuggiato
Procedimento:
versare tutti gli ingredienti dentro una ciotola e impastare velocemente (per
evitare che il burro si sciolga troppo con il calore delle mani), quindi
formare una palla, avvolgerla nella pellicola trasparente e metterla in frigo
per almeno 30'.
Stendere la pasta frolla e ricavare il San Martino (qui si trovano gli stampini appositi, ma io lo faccio con uno stampo di carta che appoggio sopra – mi piace che ogni anno sia “diverso” e un po’ incidentato!) poi si passa al forno caldo per 15’ a 180°.
Lasciare
raffreddare e procedere con la decorazione.
Qui
si aprono le porte alla fantasia. Quelli in commercio sono decorati con una
glassa di zucchero colorata sulla quale vengono applicati cioccolatini,
caramelle, smarties…
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